La Vita del Beato Agostino Kazotic: Vescovo e Pastore di Anime
Il 3 agosto è la data in cui la Chiesa cattolica onora il beato Agostino Kazotic, una figura di spicco della storia ecclesiastica.
Nato nel 1260 a Traù, una pittoresca località costiera della Dalmazia, da Niccolò e Radoslava Saladini, Agostino proveniva da una famiglia benestante e nobile, ma soprattutto profondamente dedita alla fede e alle opere di carità. Fin dalla tenera età, l’ambiente domestico fu intriso di un fervente spirito religioso, che plasmò il suo approccio alla vita.

Vicino alla sua casa sorgeva un oratorio, inizialmente francescano e poi convertito al culto domenicano. La frequentazione di questo luogo sacro permise al giovane Agostino di discernere la sua vocazione: dedicarsi completamente al Signore attraverso la preghiera e il servizio attivo. La sua intelligenza acuta e le sue qualità spirituali non sfuggirono ai frati domenicani, tanto che Agostino vestì l’abito dell’Ordine a soli quindici anni.
Dopo i primi anni di formazione a Spalato, le sue eccezionali doti lo portarono a proseguire gli studi in Italia e a Parigi, dove affinò la sua preparazione intellettuale e spirituale, sviluppando un forte senso di rigore, umanità e profonda capacità di ascolto. Questo periodo culminò con l’ordinazione sacerdotale, avvenuta nel 1286.
Tornato nella sua terra d’origine, ricoprì l’incarico di priore in diversi conventi e si distinse nella strenua lotta contro l’eresia in Bosnia. La sua carriera conobbe una svolta decisiva quando un suo conoscente di vecchia data del periodo romano, il cardinale domenicano Niccolò Boccasini, ascese al soglio pontificio come Benedetto XI. Pochi mesi dopo, il Papa lo nominò vescovo di Zagabria.
L’Impegno a Zagabria
Quando Agostino assunse la guida della diocesi di Zagabria, trovò una realtà segnata e impoverita dalle incursioni dei Tartari. Anche la fede della popolazione era stata duramente provata. Il nuovo vescovo domenicano si dedicò con energia a risollevare la diocesi, portando con sé la forza delle sue convinzioni e il suo entusiasmo.
Per quasi due decenni, dal 1303 al 1322, Agostino fu un modello di pastore amorevole e premuroso. La sua vita, improntata a un’austera frugalità, serviva da esempio per il clero e i fedeli. Una delle sue priorità fu l’istruzione del suo clero, per il quale istituì personalmente una scuola all’interno della cattedrale. Nonostante l’impegno formativo, compiva ogni anno la visita pastorale nell’intera e vasta diocesi, percorrendola a piedi per incontrare e confortare il maggior numero possibile di fedeli. Si narra che durante queste visite, specialmente in favore dei bisognosi, abbia compiuto anche miracoli di guarigione.
La sua fama travalicò i confini di Zagabria. Prese parte alla Dieta Reale di Buda nel 1308 e fu inviato al Concilio Ecumenico di Vienna nel 1311.
Successivamente, la disputa per la successione al regno Ungaro-Croato lo condusse ad Avignone per sostenere le ragioni dei vescovi croati contro le ambizioni del re angioino. L’influenza di Agostino era tale che il re lo ritenne un pericolo per il proprio potere e lo fece trattenere ad Avignone per quattro anni.
La sua permanenza terminò nel 1322, quando Papa Giovanni XXII, su richiesta di Roberto D’Angiò, re di Napoli, lo trasferì alla diocesi di Lucera, in Puglia.







