Egli nacque nel 1861 a Serramonacesca (Chieti), che significa montagna romita o romitorio solitario, e giunse a Lucera, che si presentava come una città fisicamente chiusa da vie che da Porta Croce a Porta Sant’Antonio, dove si apre il bellissimo scenario del castello e del Belvedere, da Porta Sant’Antonio a Porta San Severo, di qui a Porta Foggia, davano l’idea di un nido arroccato sulla sua lieve altura: un nido da scoprire nelle cose immobili e parlanti con particolare riferimento alla “platea di Piazza Duomo”, dominata dalle più meravigliose linee disarmoniche e dal colore d’antico della Cattedrale.

Si può affermare con certezza che egli vi trovò una tradizione musicale interrotta a causa degli avvenimenti politici che segnarono il trapasso dal regime borbonico a quello della “nuova Italia”; non vi trovò una società sorda, ma estremamente sensibile, innamorata dell’arte, caratterizzata dalla spontaneità passionale popolare, dalla tendenza a capire ed approfondire, a ritrovare nell’arte le ispirazioni alla nobiltà, alla perfezione, all’elevazione della natura umana. Vi trovò una tradizione culturale di erudizione, di alto sapere, nella quale egli si collocò di giusto diritto.
Il genio poliedrico e l’attrazione di Lucera
Come affermato in un’eloquente pagina da una delle figlie del maestro Mancini, egli fu oltre che musicista anche polemista, matematico, erudito, ottimo parlatore. Lucera fu una “sirena” dal richiamo irresistibile che lo fece desistere da qualsiasi pensiero di trasferimento. La sua cultura e i suoi studi trovarono terreno fertile nei cenacoli d’arte, nelle riunioni intellettuali dove ogni questione letteraria, filosofica o artistica veniva affrontata e discussa.
Gli furono riconosciuti meriti per aver educato il popolo attraverso l’arte dei suoni, in un’atmosfera di silenzio. Egli scrisse riduzioni operistiche ammirate dai compositori stessi e diffuse, successivamente, in Italia e oltreoceano. Compose marce con passi doppi stampate gratuitamente a Lipsia.

L’innovazione tecnica e i riconoscimenti
L’innovazione dello strumentale con sei cilindri (“Ottoni a sei cilindri”), a sistema detto Mancini, rivoluzionò la tecnica degli strumenti, perché da essi si poteva ottenere il semitono, come in uno strumento a corda. Tale trasformazione fu messa in atto a seguito di anni di studio d’alta matematica, acustica e contrappunto e gli procurò due medaglie d’oro e due croci al merito ai concorsi internazionali di Torino e di Roma, oltre ai brevetti ottenuti dalle diverse nazioni. Egli lasciò musica inedita, una sinfonia, una fantasia ed altre composizioni che Mascagni nel 1930 avrebbe voluto vedere affidate alle antiche case editrici che del compositore conoscevano il nome. Ci sono pervenute composizioni tronche da cui un artista può ricavare idee, spunti e frasi, e formare una raccolta antologica, come egli fece con opere altrui.
L’episodio in pretura
Ritengo sia significativo raccontare un singolare episodio riguardante la figura di Silvio Mancini: il maestro fu improvvisamente querelato da un suonatore che, a causa della maleducata reazione alle ingiurie ricevute per aver eseguito male la sua parte, fu espulso in maniera definitiva. Nell’aula della Pretura, l’avvocato don Raffele Nicolerri, difensore del maestro Mancini, pronunciò una tanto breve quanto intensa arringa seguita con interesse e simpatia dalla folla: facendo un quadro completo della personalità artistica del maestro, del temperamento irruento di tutti i direttori d’orchestra e del trattamento riservato ai suonatori ed ai cantanti che non svolgono al meglio il proprio compito, riportò alla mente dei presenti la questione per cui, per il maestro, non erano «delinquenti schifosi e luridi, solo i pessimi suonatori nei concerti ma anche tutti quelli che non ascoltavano nel più assoluto silenzio l’esecuzione orchestrale da lui diretta. Silvio Mancini fu assolto con formula piena ed il querelante condannato alle spese.
L’educatore del popolo
Nell’atto commemorativo pubblicato nell’ultimo numero del Foglietto Giovanni Pitta definì il maestro Silvio Mancini “educatore del popolo”; date le circostanze non si trattava certamente di un popolo felice ma di persone che, in ogni caso, in quelle ore di concerto trovavano un briciolo di felicità, un vincolo di fraternità e di comunione fra tutte le classi: tacevano le lotte civili e le risse; gli uomini riposavano dalle loro fatiche; i contadini ancora odorosi di terra si lasciavano travolgere da quell’incantevole oblio.
Morì a Lucera nel Maggio del 1917.

RICONOSCIMENTI ITALIANI ED ESTERI
del Concerto Municipale Città di Lucera
diretto dal M° Silvio Mancini
Brevetto per Io Strumentale a sei cilindri
Italia (1909) Inghilterra (1909)
Ungheria (1909) Belgio (1909)
Francia (1910) Austria (1910)
Gran Premio e Medaglia d’Oro
Esposizione Internazionale di Roma 1911
Gran Premio e Medaglia d’Oro
Esposizione Internazionale di Torino 1911
Gran Premio e Medaglia d’Oro
Esposizione Internazionale di Napoli 1914
